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19 marzo 2005
Il pane spezzato
Il pane è spezzato.
Non è più uno ma due, eppure è lo stesso pane. Non è semplicemente
piegato, il pane è spezzato e non c’è modo che ritorni ad essere uno
nella perfezione della sua unità. Solo Dio è Uno, solo Dio dovrebbe
essere Unità perfetta e indivisibile, Uno che genera il molteplice, la
vita altra da Lui dove ogni cosa è sotto il segno della molteplicità,
della continua mutevolezza e impermanenza che aspira all’Unità. Ma ora
anche il Pane è spezzato, anche l’Uno si fa due, anche Dio si fa uno
dei tanti in quella molteplicità che è la nostra vita. Egli non è più
l’Uno ma uno dei molti; egli nasce, vive, parla, soffre e muore e il
segno che lascia è un pane spezzato. Spezzato perché donato, spezzato
perché mangiato, spezzato perché ucciso su di una croce. Dio si è
spezzato, si è frantumato in milioni di pezzi e non c’è maniera di
ricomporre la sua unità. Ma il pane è spezzato perché tutti possano
mangiare, perché da un unico pane tutti possano ricevere una porzione,
una briciola. Perché i molti mangino di un unico pane. Dio spezza la
sua divina unità perché i molti Vi partecipino. Per questo essi devono
mangiare, perché il pane diventi uno con il corpo di chi mangia. Il
pane è spezzato perché tutti vi attingano e perché tutti diventino Uno
con quel pane. Il pane muore per dare vita al corpo di chi mangia. Il
pane muore per risorgere dentro il nostro corpo. L’eucaristia che
mangiamo è simbolo potentissimo dell’eterno travaglio di Dio di
portare ad Unità quel mondo e quegli uomini che da Lui sono usciti e
che a Lui anelano ritornare. Ma non c’è altra via che quella di
perdere Se stesso: solo spezzando Se stesso Dio genera ciò che è altro
sa Sé, solo spezzando Se stesso Dio muore e risorge, solo spezzando Se
stesso Dio si unisce con ognuno di noi.
Chi vive in Africa,
vede per lo più questo continuo spezzarsi di Dio, questa continua
ferita nella vita di Dio, perché qui è più vistosa la vita degli
uomini nella sua insopportabile assenza di unità e di perfezione. Qui
tutto è rotto, tutto manca, ogni cosa e ogni persona anela ad essere
quello che dovrebbe essere. Nel mondo dei poveri manca l’Unità e tutto
sembra frantumato, tutto sembra confondersi e negarsi; vita, morte,
giustizia, pace, gioia e dolore. Il corpo così come la storia degli
uomini è spezzata da sempre e sembra non possa esserci Alcuno capace
di portare un giorno ogni cosa ad Unità. Il Dio che crediamo e
celebriamo è quello che ha scelto di infrangersi su questa pianura
infinita di storie spezzate, Egli stesso è divenuta una di queste, la
più grande, la più dolorosa, per dare speranza e portare a compimento
le doglie senza fine di questa sua creazione. A volte in Africa è
difficile pensare che tutto andrà a finire bene, che in mezzo a tutte
le vite spezzate di bambini, di uomini e di donne inermi, ognuno
possa tornare ad essere uno in quell’Uno da cui proviene, quando Dio
sarà “Tutto in Tutti”, quando ogni cosa risorgerà composta ed unita
perfettamente a tutte le altre. Questa è la promessa di quel pane
spezzato, e non possiamo nascondere come su questa pianura diventi
difficile crederci, ciò che rimane è la fedeltà estrema e totale a
quel pane spezzato, segno sincero e leale di un Dio che prova ad
adempiere le sue promesse e che invita a spezzare a nostra volta la
propria vita perché il miracolo finale di quell’Unità avvenga.
Il pane è spezzato e
colui che ne mangia dovrà spezzare la sua vita perché tutti ne
mangino, perché tutti possano essere Uno.
In quel pane spezzato
anche io trovo ogni giorno la forza per continuare a spezzare la mia
vita per i miei fratelli.
Don Federico

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